I DREAMED A DREAM – Chapter 1
30.11.2019 – 07.03.2020
Artists: Giuseppe Adamo, Stijn Ank, Mats Bergquist, Nancy Genn, Sophie Ko, Artur Lescher, Túlio Pinto, Anne Laure Sacriste, Antonio Scaccabarozzi, Verónica Vázquez
Curated by Domenico De Chirico
With poems by Paolo Gambi
Vernissage: Saturday 30th November, 6 PM
I dreamed a dream is designed as the content of a certain dream, never revealed, in which various images alternate, like the fantastic reproduction that occurs in the awareness of the content of a tangible experience or the free elaboration of what might be the content of said experience.
The evanescence of each individual work, present even among the sculptural elements alluding to the materiality of reality, seems to murmur tales of dreams that together form a single dreaming chorus. A collective unconscious is thus decanted, but this is not the collective unconscious of Carl Gustav Jung’s theories that works backward seeking an ancient substratum, but instead a dreaming unconsciousness that pursues fleeting lines on undefined backgrounds. Thus, a dream raised to its utmost potency, a dream dreamed made of so many dreams and of the flexible substance arisen from their interconnections.
Artisti: Giuseppe Adamo, Stijn Ank, Mats Bergquist, Nancy Genn, Sophie Ko, Artur Lescher, Túlio Pinto, Anne Laure Sacriste, Antonio Scaccabarozzi, Verónica Vázquez
A cura di Domenico De Chirico
Con poesie di Paolo Gambi
Vernissage: sabato 30 novembre, ore 18.00
I dreamed a dream è concepita come il contenuto di un determinato sogno mai rivelato in cui svariate immagini si avvicendano, come la riproduzione fantastica che si compie nella coscienza del contenuto di un’esperienza sensibile o la libera elaborazione di ciò che potrebbe essere il contenuto di tale esperienza.
L’evanescenza di ogni singola opera rintracciabile anche tra gli elementi scultorei che rimandano alla matericità del reale sembra sussurrare racconti di sogni i quali insieme costituiscono un unico coro sognante. Un inconscio collettivo viene così decantato, tuttavia non si tratta dell’inconscio collettivo teorizzato da Carl Gustav Jung che procede all’indietro alla ricerca di un substrato antico, bensì di un inconscio sognante che insegue linee fugaci su sfondi indefiniti. Dunque, un sogno elevato alla sua massima potenza, un sogno sognato fatto di tanti sogni e della sostanza soffice scaturita dalle loro interconnessioni.
Press
I DREAMED A DREAM, CHAPTER 1. UN SOGNO MAI RIVELATO, Francesca Di Giorgio, Espoarte, November 2019
I Dreamed a Dream at Marignana Arte, Art Viewer, March 2020
I dreamed a dream, GREY Magazine, April 2020 (download versione ITA)
PH: Silvia Longhi
Túlio Pinto and Artur Lescher
Túlio Pinto
Guardo le mie mani: si apre un mondo:
leggono le parole magiche
scritte nell’equilibrio delle forme.
Scalo la vetta del limite
e tocco l’instabilità dell’universo.
Tutto e niente, luce e buio, io e gli altri,
tutto intrecciato per un attimo,
per caso.
Mi sporgo dal pinnacolo del rischio, ma troppo:
cado, solo con gli occhi
e mi aggrappo con le mani a un nuovo ora.
Nuovo equilibrio, nuovo pericolo.
Nuovo pericolo, nuovo potenziale.
Sono complici, le forme.
E io ho ancora le mie mani.
Complicity #21, 2018, steel beam and glass, 37 x 70 x 70 cm
Cumplicidade #23, 2019, glass and steel, 165 x 55 x 50 cm
Artur Lescher
Serve un animo diroccato
per far stringere mani
ai due lati del confine di luce.
Sulle pagine del fiume si scrive guardando.
La carta bisticcia con le leggi di natura,
fa la pace la grammatica della scienza.
Una bussola indica oltre.
Nell’ombra si nascondono parole non dette
che tacciono l’uguaglianza dell’equilibrio.
C’è un segreto fra quei flutti proporzionati.
Il fiume scorre.
Come il morto di fame addenta un pezzo di pane che gli capita tra le dita.
O Rio, 2017, wood and paper, diam. 35 cm
Verónica Vázquez and Sophie Ko
Verónica Vázquez
Cerco un nuovo verbo per le mani
che pianti energie in un campo di forze,
che restituisca al metallo la sua corona.
Raggruppo, classifico, mischio
e ricomincio.
Lego fili di pensiero
a dita immerse nel solido.
Navigo nella passione,
la direzione è il navigare stesso.
Piovono verbi dai palmi,
risorge necessario
il superfluo scartato
Tutto cambia
tutto resta com’è.
Sophie Ko
A voi il tempo, a noi l’eternità
Il tempo finisce, io inizio.
Aspetto: con il colore misuro l’eterno
di cui traccio una mappa per perdersi.
Polvere di pigmenti scende pura
nell’eternità della foresta:
vive ciò che resta.
Ricordo: il tempo rallenta
pesante
fra le fronde di immagini.
Ritorno: scendo fino alla terra
prima dei versi primitivi.
Rinasce la fenice.
Io inizio, il tempo finisce.
ENG
Geografia Temporale, 2019, pue pigments, 90 x 50 cm
Anne Laure Sacriste and Antonio Scaccabarozzi
Anne Laure Sacriste
Dormo in bianco e nero
ciliegi fioriscono scuri –
i colori sono oltre.
Scrivo un oltre senza parole
tra la terra e il cielo –
suda il cuore nel buio.
Il crisantemo nel buio esiste
palpebre ingoiano oscurità –
faccio da sfondo ai petali.
Disegno petali sulla sabbia
la fantasia ama le spiagge grandi.
Piove forte.
Haiku, site-specific installation
Antonio Scaccabarozzi
Basta poco:
un velo d’Arte su puntini ordinati,
energie su carta popolare,
il ritmo rurale del colore,
l’umiltà del gesto che non si fa immagine,
nascondere l’evidente,
evidenziare il nascosto,
tanta sacra imperfezione
e togliere il resto.
E ciò che rimane supera ogni intenzione.
Quantità in Muta n°26, 1987, enamel on newspaper, 47 x 63 cm
Mats Bergquist, Nancy Genn and Stijn Ank
Mats Bergquist
Abbaio azzurro fra la neve,
la libertà costa molto.
Oltre agli alberi il colore dell’eterno
scrivo con le ginocchia la disperazione.
Baci cancellano
i passi impressi nella cenere.
Resta solo purezza
nel silenzio degli occhi
da contemplare con le mani.
Vintersaga, 2019, encaustic on wood, 37,5 x 60 cm – 37,5 x 30 x 5 cm – 37,5 x 37,5 cm
Nancy Genn
Meditando fra Est e Ovest
gocciolano pensieri sulla carta;
scivola la loro avventura
in equilibrio sul filo di un caso
che celebra ogni riflesso e sfumatura
finché si chiude la parentesi.
Il liquido si sporca,
inquinato di parole
che tutti conoscono,
che nessuno realmente capisce.
Gocce d’acqua suonano
la sinfonia del colore
che abbraccia di luce
ogni spirito che le contempla.
Shape of Water 15, 2011, mix media on paper, 153 x 106 cm
Stijn Ank
Parole germogliano nel vuoto
se c’è materia ad accoglierle.
Dove finisce la testa e inizia il cielo?
Quando dormo e quando sono sveglio?
C’è più vuoto oltre il confine
o fra nucleo ed elettroni?
L’essere umano non è diverso da una statua:
è anche lui così imperfetto.
Ma forse non così puro.
02.2015, 2015, pigmented plaster and metal structure, 105 x 51 x 9 cm
Giuseppe Adamo
Imito un orizzonte stratificato
discreta pennellata di un quadro universale,
traspaiono piante, pietre e metalli.
Afferro con le palpebre
una nuova creazione
ciglia accarezzano imperfezioni
in dimensioni che si stringono la mano
Untitled, 2019, acrylic on canvas, 137 x 100 x 2,5 cm